lunedì 25 luglio 2011

Bimbi ariani di Norvegia
La follia di Breivik e il progetto nazista Lebensborn.
di Pierluigi Milanese


Le unioni tra donne norvegesi e militari tedeschi.
Non potevano che partire da un ariano puro il riscatto e la crociata nei confronti di un mondo pericolosamente consegnato all’Islam e alla perdita dei valori cristiani, alla promiscuità sessuale, al capitalismo globalizzato, al marxjsmo. Un mondo che le varie forze politiche in campo (comprese quelle che teoricamente dovrebbero battersi contro questi disvalori) non sanno governare.
E così il 32enne e biondo norvegese Anders Behring Breivik ha rotto gli indugi, sicuro (questo si insinua nel suo lunghissimo manifesto di 1.500 pagine consegnato al web) che altri – probabilmente una sorta di élite di “patrioti” sparpagliata nei cinque continenti – avrebbe seguito il suo esempio e colto il segnale per dare finalmente vita alla controffensiva.
LA FISSA DELLA RAZZA ARIANA. Non possiamo sapere, allo stato dei fatti, quanto ci sia di razionale e quanto di psicopatico nel ragionamento e nel gesto di Breivik, ma i suoi molteplici riferimenti al tema della razza ariana (oltre a rimandare alle ben note e altrettanto folli imprese naziste) rivelano un retroterra, o un substrato se si vuole, particolarmente fecondo di miti e leggende, ma anche vicende storiche, molto “norvegesi”. Che nulla hanno a che fare con il folle gesto di Breivik, sia chiaro, né possono inficiare l’immagine di solida democrazia che la Norvegia e le sue istituzioni sociali e politiche hanno sin qui saputo rappresentare. Ma che, non per questo, vanno rimosse.

La Norvegia e la sua lunga tradizione di destra

Un manifesto propagandistico del progetto Sorgente di vita.
Sarebbe troppo facile ricordare come la Norvegia, tra le due Guerre, rappresentò per antonomasia il ruolo di Paese collaborazionista del Reich nazista, grazie al famoso governo fantoccio di Quisling (convinto assertore della necessità che in Europa si stabilisse un Nuovo Ordine sotto il comando tedesco).
E sarebbe altrettanto facile (ma anche un po’ lungo, qui) stabilire i molti collegamenti tra la Norvegia ariana e l’immaginario esoterico nazista che, nella sua forsennata ricerca delle origini, pose proprio la Norvegia al crocevia di una serie di terre mitiche e di elezione della razza ariana primigenia.
Tanto che tra i fiordi i cosiddetti “archeologi” di Heinrich Himmler (cioè i componenti dell’Ahnenerbe, la «Società di ricerca dell’eredità ancestrale» fondata nel 1935 con il compito di svolgere ricerche sulla storia antropologica e culturale della razza ariana germanica e ampiamente immortalata nella saga di Indiana Jones ) compirono più di una spedizione.
IL PROGETTO LEBENSBORN. Ma l’apoteosi dell’arianità norvegese si disvela in una vicenda a lungo dimenticata, e solo abbastanza di recente tornata all’attenzione dell’opinione pubblica grazie a un libro scritto nel 2004 da una protagonista, Gisela Heidenreich. La vicenda è quella della cosiddetta 'Lebensborn' (Sorgente di vita), progetto segreto anch’esso ideato nel 1936 da Himmler per aumentare il tasso di “arianità” della popolazione del Reich attraverso l'unione pianificata tra tedeschi e donne straniere 'perfette esemplari della razza ariana'. E proprio le norvegesi, ariane per definizione, fecero la parte del leone nel progetto.
DAI 10 AI 12 MILA BAMBINI ARIANI. Dopo l’occupazione della Norvegia, circa 400 mila tedeschi – con lo slogan “dopo la vittoria sul campo, la vittoria nella culla” furono “incoraggiati” a figliare con donne norvegesi, alle quali venivano garantiti un sostegno finanziario e un trattamento “privilegiato”. Si calcola che tra il 1940 e il 1945, nacquero dai 10 ai 12 mila bambini “ariani”, la metà dei quali ospitati in istituti speciali preposti ad allevarli e dove ricevevano persino un'alimentazione particolare e venivano educati alla mentalità nazista. Dal 1941 in poi, divenuti cittadini tedeschi, i bambini furono trasferiti in Germania, portando in dote una massiccia dose di purezza nordica.
LE DONNE NEL MIRINO. Con la fine della Guerra, migliaia di documenti riguardanti i 'Lebensborn' furono distrutti e si persero le tracce dei legami tra i bambini e le loro famiglie di origine. Ma vittime del folle progetto furono innanzitutto le donne norvegesi, inserite nelle liste pubbliche come traditrici della patria, spesso abbandonate dalle famiglie, senza lavoro, e persino vittime di violente ritorsioni. Lo stesso governo, sostenuto dall’opinione pubblica, attuerà una legislazione punitiva esemplare, privando le mamme dei “Lebensborn Kinder” della cittadinanza norvegese. Non andò meglio ai bambini stessi rimasti in Norvegia, dove subirono angherie e soprusi, mentre i bambini trasferiti in Germania non rivedranno mai più le loro famiglie.

Il governo norvegese accusato di violazione dei diritti umani

Solo nel marzo 2007 il tema tornò all’attenzione delle istituzioni, quando 154 norvegesi, quattro svedesi e un tedesco presentarono ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro il governo norvegese accusandolo di violazione dei diritti umani, per non averli tutelati dopo la guerra e, anzi, averli discriminati.
TRA I LEBENSBORN FRIDA DEGLI ABBA. Chiesero quindi 250 mila euro come risarcimento per i danni subiti. E mentre si attende il pronunciamento della Corte, molto scalpore fa il coming out di una celebre “Lebensborn”, Anni-Frid Lyngstad, meglio conosciuta come Frida, la cantante degli Abba cresciuta in Svezia dove sua madre, che l'aveva concepita durante una relazione con un soldato della Wehrmacht, era fuggita all'indomani della Liberazione.
Chissà, il folle gesto dell’ariano Breivik potrebbe anche riportare l’attenzione su queste vicende.
Lunedì, 25 Luglio 2011

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