giovedì 21 ottobre 2010

La verità sulle leggi ad personam

La verità sulle leggi ad personam

Con l'informale espressione legge ad personam s'intende una legge (o atto avente forza di legge) che si ritiene sia stata realizzata mirando specificamente al raggiungimento di determinati effetti favorevoli(o sfavorevoli) per una singola e individuata persona o ristretto gruppo di soggetti, nonostante possa essere apparentemente formulata in modo generale. La locuzione, mutuata dal latino, è entrata nell'uso comune tramite il gergo politico e giornalistico.
Dal punto di vista giuridico, salvo i casi in cui vengano dichiarate incostituzionali, le cosiddette leggi ad personam sono degli atti normativi formalmente legittimi, anche se di dubbia correttezza sotto il profilo etico e deontologico, non in diretto contrasto con i fondamentali principi di generalità e astrattezza del diritto.

Le leggi ad personam nella politica italiana
Nella storia politica italiana il fenomeno delle leggi ad personam ha spesso infiammato l'opinione pubblica.

Legislatura XIV
Sotto i governi Berlusconi II e III, sono state approvate numerose leggi che hanno sollevato aspre critiche in quanto tacciate appunto come leggi ad personam.
Tali contestazioni hanno affermato che la maggioranza di centrodestra abbia ricorso a tale espediente per alleggerire la posizione processuale di Berlusconi stesso. Tra le tante, è stato rilevato come le seguenti abbiano ridotto le pendenze giudiziarie o abbiano in qualche modo conflitto con gli interessi del presidente del Consiglio:
  • la depenalizzazione del falso in bilancio (legge n. 61/2002)
  • la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001)
  • l'introduzione dell'impunità (divieto di sottoposizione a processo) delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente del Consiglio ("Lodo Schifani", 140/2003)
  • la "legge Cirami" sul legittimo sospetto (Legge n. 248/2002)
  • la riduzione della prescrizione (che cancella gran parte dei fatti oggetto di contestazione nel processo sui diritti TV verso il Premier ("Legge Cirielli", 251/2005)
  • l'estensione del condono edilizio alle zone protette  (legge delega 308/2004)  (comprensiva la villa "La Certosa" di proprietà del Premier)
  • il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna al divieto di costruire a meno di due chilometri dalle coste (ricorso n. 15/2005 alla legge regionale 8/2004) (che blocca, tra l'altro, l'edificazione di "Costa Turchese", insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di Marina Berlusconi)
  • la modifica del PAI (Piano di assetto idrogeologico) dell'Autorità di bacino del fiume Po che permette la permanenza de "la Cascinazza" (estensione di oltre 500.000 metri quadrati) di proprietà della IEI di Paolo Berlusconi (PAI del 2001)
  • l'introduzione dell'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sentenze di proscioglimento
  • la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni
Alcuni costituzionalisti hanno anche definito "legge ad coalitionem" la legge elettorale del 2006 che, data la morfologia delle formazioni politiche all'atto delle elezioni governative, doveva permettere ai partiti della coalizione di centrodestra di ottenere un numero di seggi fortemente superiore rispetto a quanto sarebbe avvenuto con la precedente normativa.

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